Packaging sostenibile monouso: perché scegliere il compostabile conviene davvero
Introduzione: sostenibilità che semplifica il lavoro (e riduce i costi)
Nel mondo Ho.Re.Ca. l’adozione di packaging sostenibile non è solo una scelta etica o di immagine: è una leva economica e gestionale. I materiali compostabili certificati permettono di semplificare la raccolta dei rifiuti, ridurre l’indifferenziato, migliorare l’igiene dei flussi e — se implementati con metodo — incidono in positivo sui costi operativi e sui tempi di servizio.
Il quadro normativo europeo spinge in questa direzione: la Direttiva (UE) 2019/904 sui prodotti in plastica monouso punta a ridurre l’impatto ambientale dei monouso e a favorire modelli circolari, imponendo restrizioni e requisiti su diverse categorie di articoli. Compostabile non significa “libero da vincoli”: restano limiti e divieti per alcune tipologie di prodotti (es. determinate posate/plastiche monouso), a prescindere dall’origine del polimero.

Compostabile vs. biodegradabile: facciamo chiarezza
- Biodegradabile: materiale che si decompone grazie all’azione di microrganismi in condizioni specifiche, ma senza indicare tempi, temperatura e ambiente necessari.
- Compostabile: materiale che rispetta standard tecnici (in UE la EN 13432) e si trasforma in CO₂, acqua e biomassa in impianti di compostaggio entro tempi e condizioni definite, senza rilasciare metalli pesanti o effetti ecotossici.
La norma EN 13432 in 4 requisiti chiave
- Disintegrazione (frammentazione e perdita di visibilità) durante il processo di compostaggio.
- Biodegradazione (≥90% conversione in CO₂) in tempi stabiliti.
- Assenza di ecotossicità del compost finale.
- Limiti ai metalli pesanti e rispetto di composizione idonea.
Come riconoscere un prodotto davvero compostabile
Cerca in etichetta marchi e riferimenti come:
- OK Compost INDUSTRIAL e OK Compost HOME (TÜV Austria) — specificano se il prodotto è compostabile solo in impianto o anche in home compost.
- Seedling (germoglio) o Compostabile CIC: tracciano la conformità allo standard e la compatibilità con il riciclo organico.
Nota pratica: “compostabile” non equivale a “gettalo ovunque”. È compostabile in condizioni controllate; verifica sempre le istruzioni di conferimento locali e l’accettazione dell’impianto.
Etichettatura ambientale in Italia: cosa va scritto e dove
In Italia l’etichettatura ambientale degli imballaggi richiede di indicare materiale, famiglia di raccolta e informazioni chiare per il conferimento. Per i compostabili (EN 13432) la dicitura tipica include il riferimento a raccolta dell’organico/umido quando previsto dal gestore. Le Linee Guida MASE/CONAI offrono esempi pratici e codifiche.
I vantaggi economici e gestionali del compostabile
1) Meno indifferenziato = meno costi di smaltimento
Separare piatti, bicchieri e contenitori compostabili insieme agli scarti alimentari (quando previsto) alleggerisce l’indifferenziato. Nella maggior parte dei contratti, l’indifferenziato è la frazione con costo €/kg più alto: ridurlo impatta direttamente il conto economico del locale.
2) Flussi più semplici e locali più puliti
Un unico flusso “organico + compostabili” rende più veloce lo sgombero tavoli, riduce errori e contaminazioni dei contenitori di raccolta (utile in sale eventi e catering).
3) Conformità e riduzione del rischio
Il rispetto di EN 13432, l’uso di certificazioni e una corretta etichettatura riducono i rischi di non conformità e contestazioni in fase di controllo (es. comunicazioni ambientali, idoneità MOCA, tracciabilità).
4) Immagine e fatturato: sostenibilità che vende
La sostenibilità è sempre più un criterio d’acquisto e un driver di fidelizzazione. Comunicare la scelta del compostabile (cartellonistica, menù, sito, social) aumenta percezione di valore e scontrino medio — specialmente nel take-away e nel delivery.

Caso pratico: mini-business case per ristorante/catering
Scenario indicativo per un ristorante con 200 coperti/giorno:
- Soluzione tradizionale (misti plastica/carta non compostabile):
- Indifferenziato: 42 kg/giorno
- Organico: 38 kg/giorno
- Costi mensili stimati smaltimento: X €
- Soluzione compostabile (piatti in polpa, bicchieri certificati, posate in legno; conferimento organico ove previsto):
- Indifferenziato: –35%
- Organico: +25% (ma costo €/kg inferiore rispetto all’indifferenziato)
- Tempi sgombero tavoli: –20%
- Costi mensili stimati smaltimento: X – (10–18%)
Il risultato dipende da prezzi locali, tariffazione rifiuti, distanze e organizzazione interna. La logica economica, però, è costante: sposti peso dall’indifferenziato all’organico e semplifichi la manodopera.
Materiali compostabili più usati nel foodservice
- Polpa di cellulosa/bagassa (piatti, vaschette): ottima resistenza a grassi e calore; ideale per piatti caldi, fritti, salse.
- Carta/cartoncino con barriera compostabile: bicchieri, coppette, box; attenzione alle barriere (dispersioni acquose/biopolimeri).
- PLA/biopolimeri (coperchi, bicchieri freddo): performance eccellenti a freddo; non adatto ad alte temperature.
- Legno/bamboo (posate, agitatori): robusti, percepiti come “naturali”, facili da comunicare al cliente.
- OK Compost HOME: nicchia per alcune referenze — richiede condizioni di home compost; non generalizzare.
Settori e casi d’uso: come integrare il compostabile nel tuo format
Gelateria e pasticceria
- Coppette in carta compostabili + coperchi → riducono le contaminazioni appiccicose nei cestoni, migliorano lo smaltimento nei picchi serali.
- Cucchiaini in legno o biopolimero compostabile.
Ristorazione veloce, bar e coffee-to-go
- Bicchieri freddo in PLA per bibite/smoothie; coperchi compostabili dedicati.
- Bicchieri caldo in cartoncino con barriera compostabile; agitatori in legno.
Take-away e delivery
- Vaschette/box in polpa di cellulosa e coperchi dedicati; salse in bicchierini compostabili.
- Buste/shoppers carta per trasporto.
Catering ed eventi
- Set posate in legno + piatti in polpa: robusti, eleganti e percepiti come “naturali”.
- Tovaglioli certificati e coprimacchia in cellulosa DUNI per abbinare estetica e funzionalità.
Implementazione in 7 passi
- Audit rifiuti e consumi: quantifica volumi/giorno per referenza e flusso di rifiuto.
- Scelta referenze compostabili: seleziona per famiglia (bicchieri, piatti, posate, box).
- Verifica impianto/gestore locale: come conferire organico + imballaggi compostabili; richiedi linee di accettazione scritte.
- Etichettatura nei locali: cartelli chiari, colori standard (marrone = organico), icone.
- Formazione staff: procedure di raccolta, errori tipici da evitare (es. coperchi sbagliati).
- Comunicazione al cliente: icone su menù e vetrina (“Imballaggi compostabili – raccolta organico”).
- Monitoraggio KPI: % indifferenziato, tempi di sgombero, reclami, costi €/kg.
Errori da evitare (checklist)
- Assumere che tutto ciò che è “bio” finisca nell’umido: contano le certificazioni e le regole del gestore.
- Usare barriere/film non compostabili su carta “verde”: rischi contaminazione e messaggi fuorvianti.
- Dimenticare l’etichettatura ambientale su imballaggi/personalizzati.
- Ignorare la SUP: alcune tipologie restano vietate anche se bioplastiche.
Brand di Riferimento nel Settore Ho.Re.Ca.
DUNI, BIBO, MEDAC
Duni Group è tra i player europei più attivi su packaging e tableware sostenibili, con linee compostabili, FSC® e OK Compost; BioPak e Duniform coprono il mondo take-away e il food manufacturing (sealing, vassoi, film).
Quando scegliere DUNI
- Per catering e banqueting che vogliono qualità estetica + sostenibilità.
- Per laboratori che sigillano pasti (Duniform) riducendo sprechi e migliorando shelf-life (tool di confezionamento intelligente).
BIBO (linea Natural Bibo: bicchieri, piatti e posate in bioplastica/cartoncino)
Bibo Italia S.p.A. produce monouso per la tavola anche in versione biodegradabile e compostabile (linea Bioplastica), da fonti rinnovabili e idonei al contatto con cibi/bevande calde; il sito esplicita l’orientamento alla EN 13432 per varie linee e l’impiego di biopolimeri.
Quando scegliere BIBO
- Per bar, mense, street food che cercano ottimo rapporto qualità/prezzo su alti volumi di bicchieri/piatti/posate compostabili.
- Per chi vuole colorazioni e formati ampi, con facile integrazione nei processi esistenti.
MEDAC (E-CUP e soluzioni in carta per gelateria e bevande)
Medac S.r.l. (Salerno) è specializzata in coppette e bicchieri in carta; la linea E-CUP utilizza pura cellulosa FSC® accoppiata a film biopolimero ed è certificata EN 13432 (biodegradabile e compostabile). Ideale per gelaterie, pasticcerie, bevande calde/fredde.
FAQ (risposte rapide)
1) Il compostabile va sempre nell’organico?
Quando previsto dal gestore e se certificato EN 13432. Verifica sempre le istruzioni locali.
2) Cos’è la differenza tra “biodegradabile” e “compostabile”?
“Compostabile” rispetta EN 13432 con tempi e condizioni; “biodegradabile” è generico.
3) OK Compost Industrial vs Home?
Industrial = solo impianto; Home = anche compost domestico a bassa temperatura.
4) La SUP vieta le posate compostabili?
La SUP limita/vieta specifiche categorie di prodotti monouso anche se in materiale compostabile; scegli alternative (legno, carta, riutilizzabile) dove richiesto.
5) Come etichettare correttamente gli imballaggi?
Segui Linee Guida MASE/CONAI con codice materiale e istruzioni di conferimento.
6) Esistono sistemi dedicati al fine vita delle bioplastiche compostabili?
Sì, in Italia opera Biorepack (sistema CONAI) per gli imballaggi certificati EN 13432 conferiti nel circuito dell’organico.